La Scuola di Ippocrate richiama i medici a una nuova medicina di scopo
Data di pubblicazione: 04/10/24

È rivolto ai medici, agli psicologi e ai laureati in ambito di materie di cura e salute, il piano di studi della Scuola di Ippocrate che partirà, nella sua terza edizione, a novembre di quest’anno con lo scopo di dare alla professione del medico e di altri operatori del benessere un indirizzo formativo e un approccio terapeutico che collochi il paziente al centro dell’attenzione, dell’ascolto e della comprensione nella propria storia e unicità, come alternativa all’adesione di rigidi protocolli standard preconfezionati e poi ufficializzati.
Dopo la crisi del Covid-19, dove si è reso evidente che il sistema sanitario nazionale non valutava e non metteva a disposizione tutte le cure disponibili perché sottomesso a rigidi protocolli, è sorta la necessità di fondare una nuova visione della Medicina che si fondi sull’impulso etico individuale nel portare il proprio aiuto, senza subire condizionamenti di alcun tipo.
La Scuola di Ippocrate propone a questo proposito un cambio di paradigma, offrendo una formazione professionale per una nuova figura di terapeuta nel senso più ampio del termine, che pur rimanendo in linea con le normative vigenti, possa aprirsi al confronto con altre discipline, come la biochimica, la biofisica, la medicina quantistica e altre medicine complementari, per essere più efficace nel suo scopo e affrontare in primis, le malattie cronico-degenerative, che rappresentano la vera pandemia dei nostri tempi.
La Medicina di scopo, cui la Scuola di Ippocrate si appella, per restituire al ruolo del medico una sensibilità e autorevolezza originarie nella relazione col proprio paziente, non perde di vista i concetti di vita e benessere, consapevole che lo scopo racchiude forze inarrestabili come la determinazione, l’intenzione, la volontà, l’amore e la giustizia, tutte rivolte a migliorare la qualità della vita dell’assistito, a partire dalla prevenzione e da uno stile alimentare e di vita sano.
Il corso post laurea avrà una durata biennale con un monte ore di 100 ore che saranno distribuite tra corsi on-line e due incontri in presenza, della durata di un fine settimana per ogni anno di corso, indispensabili per la pratica, anche clinica, e il lavoro sul proprio sé del terapeuta. Mauro Rango, presidente di IppocrateOrg e ideatore della Scuola, spiega: “Gli incontri in presenza sono essenziali per far sì che la persona che esce da questo percorso sia una persona che ha acquisito non solo conoscenze e competenze ma anche un saper essere diverso”.
Il programma inizierà il 28 ottobre con la presentazione ufficiale del direttore della Scuola Fabio Burigana, che parlerà della Complessità per umanizzare la Medicina: verso un nuovo tipo di pensiero nella Medicina. Il link sarà reso disponibile sul sito de La Scuola di Ippocrate. Il 4 novembre partiranno le lezioni con docenti della statura di Federico Faggin, Alberto Donzelli, Marco Mattorre, Alberto Bartoloni, Giovanni Maio, Marina Risi, Fernando Piterà, Alessandra Padula, Roberto Germano e molti altri guidati dagli stessi valori e proiezioni future.
Le iscrizioni saranno aperte dal 1° ottobre al 1° novembre a tutti i professionisti di cura in possesso di laurea, dai medici a psicologi, fisioterapisti, infermieri, farmacisti, biologi, e a tutte quelle figure di cura e benessere che abbiano seguito percorsi e formazione attinenti alla cura e la salute. Il costo è di € 800 e può essere saldato in due rate.
“L’idea è nata dall’aver lavorato tanto con i medici al tempo dei Covid e dall’esigenza che tante famiglie e persone, anche medici, ci hanno espresso di avere un punto di riferimento che parlasse un linguaggio diverso da quello proposto attualmente da tutte le scuole di formazione in ambito medico” afferma Rango.
Dopo aver bruciato il primo obiettivo con 305 iscritti al primo anno della prima edizione, Rango si era già proiettato verso la sfida successiva: “Avrei l’ambizione di estendere questa esperienza e far giungere questa voce a tante persone, che sono fuori e che si trovano nelle terre di mezzo, che sentono e pensano come noi ma non lo sanno ancora. Per costruire un ecosistema nuovo, un modo nuovo di pensare, un mondo nuovo, sono necessari anche i numeri: tanta gente che cominci a muoversi in questa direzione”.
Simona Valesi